Tempi duri per i “laowai”

Il 9 maggio un video anonimo è stato caricato sul web cinese, ricevendo in poche ore oltre 3 milioni di visualizzazioni e divenendo in breve tempo uno degli argomenti più discussi sui media, digitali e tradizionali. Il video, che dura  tre minuti, riprende un episodio avvenuto il giorno precedente alle 23.00 circa a Pechino, in Xuanwumenwai Dajie, nel distretto di Xincheng.

Le immagini mostrano  un ragazzo occidentale, con i pantaloni abbassati, che cerca di aggredire  una ragazza cinese, la quale piangendo continua a ripetere “non lo conosco”.  In seguito l’uomo, fermato in tempo da un passante, viene malmenato da un gruppo di cinesi, che lo lasciano a terra privo di sensi. o dopo raggiunto ed arrestato dalla polizia locale, che il giorno stesso ha confermato l’arresto di un cittadino britannico accusato di tentate molestie sessuali. L’intero accaduto è stato filmato da un anonimo, che il giorno dopo ha caricato su Internet il video, di soli 3 minuti, che nel giro di poche  ha ricevuto oltre 3 milioni di visualizzazioni, divenendo l’argomento di discussione più popolare del web. Il filmato ha inoltre suscitato una prevedibile ondata di polemiche, destando numerose critiche nei confronti della cospicua comunità internazionale residente in Cina, in particolare nella città di Pechino. Alcuni netizens, infatti, si sono lasciati andare a commenti piuttosto severi, se non xenofobi, primo fra tutti il noto conduttore di CCTV Yang Rui, che in un post su Sina Weibo ha inveito contro la “spazzatura straniera”. Tuttavia, non sono mancate posizioni più razionali, di chi ricorda la necessità di non lasciarsi andare a facili demonizzazioni.

Il 17 maggio, inoltre, il motore di ricerca Baidu, insieme al microblog Sina Weibo e al popolare forum mop.com hanno lanciato una campagna con cui esortano gli internauti a riportare qualsiasi episodio di comportamento illegale o scorretto da parte degli stranieri presenti nelle città cinesi. Questa operazione ha seguito una campagna ufficiale di tre mesi lanciata dalle autorità cinesi a partire dal 15 maggio, avente come obiettivo gli stranieri presenti in Cina senza un visto regolare, con visto scaduto o senza permesso di lavoro idoneo. Fonti ufficiali, tuttavia, hanno dichiarato che la campagna non è legata ai fatti dell’8 maggio.

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