Pechino: capitale della Repubblica Popolare Cinese e centro nevralgico della vita politica e culturale del Paese, megalopoli di superficie pari quasi a quella del Belgio e dimora di 18 milioni di persone. Tutto questo e molto altro è punto di partenza del progetto “Inside Beijing” (融入北京), nato del 2012 dalla collaborazione tra gli italiani Gabriele Battaglia, giornalista e blogger esperto di Oriente, e la videomaker Claudia Pozzoli.
Il progetto, nato inizialmente con il supporto del sito PeaceReporter e del mensile E di Emergency, in seguito alla chiusura di entrambe le testate ha rischiato di bloccarsi, ma è riuscito a mantenersi in piedi ricorrendo al metodo del crowdfunding. Si tratta di un progetto multimediale avente come scopo fondamentale l’esplorazione, attraverso immagini, parole e suoni, della città di Pechino, che si snoda attraverso 4 percorsi paralleli e complementari. La prima parte consiste in una videoinstallazione, presentata dal 20 al 25 marzo 2012 nell’ambito del Festival del Cinema Africano, d’Asia e d’America Latina di Milano. La videoinstallazione si sviluppa attraverso due proiezioni in parallelo, che raccontano i diversi volti dalla capitale dal punto di vista soggettivo di una bicicletta che la percorre. Siamo condotti così dal distretto di Chaoyang, isola degli expat e della ricca borghesia cittadina, rappresentato dai suoi simboli, quali l’ultramoderna Sanlitun Plaza e l’imponente torre di CCTV, a piazza Tianamen, centro politico ed amministrativo della città alla cui aura di solennità non sfuggono neanche i più scettici, fino ad arrivare al distretto di Dongcheng, il cuore della città antica, che, con il suo fitto reticolato di hutong e i molteplici colori ed odori di una popolazione che basa la propria esistenza sulla comunità, ne costituisce l’anima più autentica e sincera. La videoproiezione termina con una vista dell’impressionante skyline di Pechino, illuminato dalle luci notturne dei grattacieli, su cui la camera si ferma fino al sorgere del sole, quando tutto ricomincia e tutto si prepara nuovamente a cambiare.
Il progetto comprende inoltre un reportage, pubblicato sul mensile E di Emergency nel maggio del 2012, in cui la città è raccontata attraverso le parole di Gabriele Battaglia e le fotografie di Thomas Hoepker, Stuart Franklin e Ian Teh, e un documentario prodotto dal caporedattore della versione digitale della rivista Angelo Miotto. La parte più interessante ed originale di “Inside Beijing” è tuttavia il web documentario, una raccolta di immagini ed interviste ancora in fieri, che, per la sua stessa natura incompiuta, sembra rispecchiare meglio di qualsiasi altra forma l’anima della città di Pechino, un universo vivace e indefinibile in continuo divenire. Il documentario, concepito come una piattaforma aperta a diverse forme di contributo e collaborazione, esplora la città attraverso le parole di personalità di diverse nazionalità ed ambito professionale: architetti, designer, professori, intellettuali, registi offrono il proprio punto di vista su alcune tematiche legate alla città, e, più in generale, alle contraddizioni della Cina contemporanea, simbolicamente rappresentate da alcune parole chiave. Per citare alcuni esempi, si affronta il problema della speculazione edilizia, dell’urbanizzazione selvaggia spesso affiancata dalle demolizioni forzate e dall’abbandono di interi quartieri, delle guanxi (il complesso sistema di relazioni intorno alle quali ruota la vita della società cinese oggi come in passato), della commercializzazione della cultura e del soft power, strategia di cui il governo si serve con sempre maggiore vigore per affermare la sua immagine e il suo prestigio nel mondo.
Un progetto interessantissimo e che merita di essere seguito, altamente consigliato a chi si occupa di Cina o a chi volesse andare oltre i luoghi comuni e conoscere un po’ più da vicino la realtà di Pechino, una città, o meglio, un universo, che, per utilizzare le parole degli autori stessi,” can be either fascinating or unbearable, but it never leaves you indifferent.”
Un discorso finalmente rigoroso sulla capitale mondiale del futuro. Partendo da qui, e approfondendone i temi, arriveremo forse a far meglio comprendere la Cina con strumentoi diversi dal superficiale reportage giornalistico.