di Daniela Belato
Il Far East Film Festival si conferma come principale promotore del cinema popolare asiatico in Italia. Negli ultimi giorni se n’è tornato a parlare per due principali motivi: il primo è la prossima uscita di Thermae Romae II nelle sale italiane (dal 26 giugno). Come il primo capitolo della “saga”, anche questa pellicola del giapponese Hideki Takeuchi era stata presentata allo scorso FEFF e si era aggiudicata il premio della giuria web di Mymovies.it. Gli organizzatori del FEFF hanno anche un altro motivo per essere fieri: il Festival of Festivals 2014 ha incoronato “Miglior Catalogo” dell’anno proprio quello del FEFF16 con la provocatoria immagine tratta dalla sexy comedy di Hong Kong 3D Naked Ambition .
La sedicesima edizione del FEFF, tenutasi dal 24 aprile al 3 maggio, è stata per me la seconda. Con oltre un migliaio di accreditati tra studenti, giornalisti, critici e appassionati provenienti da tutta Europa, il Far East e i suoi partecipanti hanno invaso la città di Udine che per l’occasione si è tinta di giallo e ha ospitato, oltre alle proiezioni al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, una serie di attività collaterali quali mostre, esibizioni di arti marziali e corsi di cucina asiatica.
In quanto studentessa, sono stata fortunata abbastanza da poter approfittare dell’iniziativa Bed&FEFF e ricevere quindi ospitalità da parte di una famiglia udinese per l’intera durata del festival. La mia esperienza è stata quindi arricchita dal calore col quale mi hanno accolta la signora Gisella e la sua famiglia, che hanno confermato i miei sospetti: nei giorni del FEFF in città si respira un’aria particolarmente frizzante e carica di entusiasmo.
Quest’anno, a differenza della prima volta, mi sentivo meno spaesata e in generale più preparata alla full immersion di 9 giorni che mi aspettava. Ho prediletto le pellicole provenienti da Cina, Hong Kong e Taiwan, ma non mi sono risparmiata: il mio conteggio finale è stato di 35 film, 4 cortometraggi e 7 Feff talks, i panel informativi con gli ospiti internazionali, che si tenevano ogni mattina in sala stampa e aperti a tutti gli accreditati. Un bel bottino, non c’è che dire.
Ecco di seguito la mia personalissima top 3:
3) Soul (Taiwan, 2013, 112′): possiamo definirlo un horror psicologico; la verità è che Soul, in modo forse un po’ inquietante, si concentra sul tema della famiglia e in particolare del rapporto padre-figlio piuttosto che su omicidi e spargimenti di sangue. Il film, scritto è diretto da Chung Mong-Hong, era stato selezionato per rappresentare Taiwan alla 86esima edizione degli Academy Awards. Con immagini suggestive e momenti di altissima tensione, Soul mostra fin dove si è disposti a spingersi per proteggere un figlio e come i legami familiari possano sia condannare che salvare.
2) Einstein & Einstein (Cina, 2013, 119′): una coming of age story nella quale i tormenti adolescenziali della protagonista Li Wan si intrecciano al tema della politica cinese del controllo sulle nascite e a quello della violenza sugli animali. Tipico prodotto della società cinese contemporanea, Li Wan è figlia di genitori troppo presi dalla propria carriera che divorziano e la affidano ai nonni paterni. Studiosa e introversa, ha per amici solo una cugina più spregiudicata ma anche più frivola di lei ed il suo bassotto Einstein. Non sarà facile per lei adattarsi a nuovi equilibri familiari ma il film contiene un messaggio di speranza.
1) Black Coal, Thin Ice (Cina, 2013, 92′): attesissimo dopo la vittoria del Leone d’oro al Festival di Berlino, il terzo lungometraggio di Diao Yinan, che ne è regista e sceneggiatore, è un classico noir che riesce a rivolgersi ad un grande pubblico pur conservando elementi tipici dei film d’autore, a cominciare da una fotografia mozzafiato. Il lavoro di stesura della sceneggiatura ha impegnato il regista per circa 8 anni. La storia segue le vicende di un ex detective e del suo partner, i quali riprendono le indagini sul caso che aveva segnato la fine delle loro carriere pochi anni prima. Per recitare la parte del poliziotto congedato e alcolista, il protagonista Liao Fan, vincitore dell’ Orso d’argento a Berlino, ha dovuto prendere molto peso. Black Coal, Thin Ice è un film dal ritmo lento e le atmosfere cupe e sanguinose, interrotte qua e là da momenti grotteschi che ne alleggeriscono il tono globale.
Il Far East Film Festival si tiene ogni anno a Udine da ormai sedici anni, se siete appassionati di cinema asiatico non potete perdervelo, quindi tenetevi liberi per la prossima primavera!
*Daniela Belato sta per laurearsi in Lingue e Civiltà Orientali presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi in Lingua Cinese sulla Traduzione Audiovisiva. Appassionata di cinema, commenta le ultime uscite sulla sua pagina facebook www.facebook.com/LeGuance e sul canale Youtube http://www.youtube.com/user/CheekFlicks.
Daniela scriverà ancora per Chinapolis, di Cinema e del suo lavoro di ricerca. Seguitela anche qui.
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