Con grande gioia dei suoi ammiratori e sostenitori, Ai Weiwei è tornato. L’artista cinese, famoso per le sue opere ma soprattutto per le posizioni critiche nei confronti del governo, ha di nuovo fatto sentire la sua voce irriverente, questa volta con un video girato il 24 ottobre 2012 nel cortile della sua residenza pechinese nell’area nord-est della capitale, l’ormai celebre Studio-House. Il breve video, che dura poco più di 4 minuti, ripropone una versione parodica (o egao, per dirla in termini cinesi) della canzone Gangnam Style, ultima hit del rapper coreano PSY.
Nel video l’artista balla sulle note ritmate della canzone, facendo volteggiare in aria delle manette. E’ chiaro il riferimento agli 81 giorni di incarcerazione subiti dall’artista nella primavera del 2011, che il governo giustificò ufficialmente come conseguenza di un reato di origine fiscale, ma che in realtà rispondevano alle numerose contestazioni del regime portate avanti da Ai Weiwei attraverso la sua arte ed il suo blog, aperto nel 2006 ed oscurato 3 anni dopo (è possibile leggere in traduzione italiana molti degli interventi nel volume Ai Weiwei. Il blog. Scritti, interviste, invettive, 2006-2009, Johan & Levi, 2012). Il video si intitola significativamente Cao ni ma Style, espressione immediatamente riconoscibile dal pubblico cinese, e ricollegabile ad un fenomeno virtuale e mediatico le cui origini risalgono a qualche anno fa.
Nel gennaio del 2009, infatti, su Baidu Baike, la versione cinese di Wikipedia, comparve un’ insolita pagina, ad opera di anonimo, dedicata alle cosiddette “Dieci creature mitologiche di Baidu”. La pagina elencava e presentava brevemente dieci animali dai nomi insoliti che, ad un orecchio più attento, risultavano omofoni di una serie di parolacce ed espressioni volgari cinesi. Tra gli animali mitologici, ad esempio, figuravano il Fa ke you (法克鱿, “calamaro franco-croato”, trasposizione fonetica dell’inglese “fuck you”) e la Yin dao yan (吟稻雁, “oca di campo canterina”, omofono di 阴道炎, il nome di un’infezione vaginale).
Il primo posto della lista era occupato proprio dallo Cao ni ma (草拟马), letteralmente “cavallo di fango e di erba”, espressione omofona di un’altra comune offesa (操你妈, letteralmente “mi scopo tua madre”). Il “cavallo di erba e di fango” era descritto come un animale mansueto e coraggioso, simile nelle sembianze ad un alpaca, che vive nel deserto del Malegebi (马勒戈壁, omofono di 妈了个屄, altra espressione oscena) e si ciba di hexie (河蟹, “granchi di fiume”).
Sui cosiddetti granchi di fiume è necessario fare un’ulteriore precisazione: si tratta, infatti, di un omofono di hexie (和谐, “armonia, armonizzare”), parola chiave della leadership di Hu Jintao e Wen Jiabao. Per un certo periodo, tra i blogger cinesi fu pratica comune definire sarcasticamente “armonizzazione” la censura del web. Tuttavia, questo termine divenne esso stesso vittima di censura, e iniziò ad essere filtrato come parola sensibile. A sua sostituzione, fu così coniata l’espressione “granchio di fiume”, a tutt’oggi unanimemente riconosciuta dalla comunità di netizens cinesi come sinonimo della censura di Internet.
Lo Cao ni ma divenne poco dopo protagonista di una nota canzoncina, di cui esistono diverse versioni. Lo stesso Ai Weiwei, nel 2011, aveva girato un video in cui ne canticchiava l’orecchiabile motivetto.
Come prevedibile, la parodia del Gangman Style, che si è rapidamente diffusa sul web diventando uno dei video digitali più popolari del momento, non è piaciuta alle autorità cinesi, che ne hanno immediatamente bloccato l’accesso. E’ tuttavia possibile visualizzare il video su Youtube.
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