Nella galassia di Guangzhou del 1980, un Luke Skywalker bruno, aitante e palestrato viene affascinato dall’ologramma della bella Leia, formosa principessa in difficoltà col mento perennemente sollevato in pose di dignità regale; poco dopo, zia Beru chiama la famiglia a cena e si concentra sulla cottura di un’anatra completa di becco in quello che sembra un piccolo forno a microonde, mentre in tavola campeggia una macchina per bollire il riso.
Star Wars in Cina è approdato così, in quel modo tipicamente cinese di ignorare ogni cenno ai diritti di copyright. Nel 2011 Maggie Greene, una docente della Montana University, ha scoperto a Shanghai su un banco di strada un libello in bianco e nero raffigurante una sintesi dell’episodio IV (con qualche elemento dell’episodio V) della saga di Guerre Stellari: si trattava di un lianhuanhua 连环画 , una sorta di fumetto di piccolo formato composto da una singola illustrazione a pagina utilizzato in epoca maoista a scopi propagandistici.
Il mondo della pre-condivisione tecnologica istantanea e globale prevedeva metodologie diverse di diffusione della cultura, per quanto ci sia difficile immaginarlo al giorno d’oggi. Star Wars, Episodio IV, era stato proiettato nei cinema americani nel 1977 poi approdare nella Hong Kong britannica nel 1979; un anno dopo un piccola casa editrice di Guangzhou ha dato alle stampe la reinterpretazione fumettistica in lingua cinese della pellicola, con il titolo Xingqiu Dazhan 星球大战 , mentre il film sarebbe stato disponibile solo parecchi ani dopo. La Cina del 1980 è quella denghista di riforme e apertura, con occhi fissi alla rinascita del Paese ma sempre guizzanti verso Occidente. I cinesi non erano immuni dal fascino della cultura popolare occidentale, che spesso passava attraverso il porto di Hong Kong con le sue produzioni hollywoodiane. E se molte contaminazioni venivano ancora viste con la diffidenza ereditata da 30 anni di chiusura all’esterno, l’ambientazione di Star Wars in una galassia e un futuro lontani erano una garanzia bastevole a superare certe reticenze anti occidentali. Inoltre il topos della lotta rivoluzionaria era un argomento ancora molto caro ai cinesi dell’epoca, e non stupisce che il genere letterario adottato per raccontarlo sia stato proprio il lianhuanhua, ampiamente utilizzato durante il maoismo per raccontare alle masse storie di eroi della rivoluzione socialista asiatica; ma andando oltre le speculazioni sulle ideologie, Star Wars è un prodotto di grande intrattenimento, una fantastica saga spaziale, e probabilmente è questa la sola ragione della sua diffusione in territorio cinese.
Il libretto, di oltre 140 pagine, rispetta la trama del film originale: Darth Vader ( il “Lord dai vestiti scuri”, Heiyi Xunjue Weide 黑衣勛爵維德 ) cattura la Principessa Leia, R2-D2 e C-3PO atterrano sul pianeta Tatooine e vengono acquistati dallo zio Owen, Luke incontra Obi-Wan, Han e Chewbacca, viaggiano verso la Morte Nera e così via. Ciò che colpisce è la scelta artistica dei disegni, che in molti punti differiscono dalla versione di Lucas e fanno pensare che l’autore cinese li abbia realizzati senza vedere la pellicola. Probabilmente, sostiene la Greene, l’autore era venuto a contatto con del materiale pubblicitario, ma non aveva avuto occasione di procurarsi l’intero film.
Chewbacca, ad esempio, assomiglia molto più a una scimmia che a un wookie alto due metri; inoltre, fatta eccezione per i droidi e per Vader, tutti i personaggi hanno fattezze diverse dagli iconici attori della serie. Le divise e le navicelle spaziali ricordano molto le controparti sovietiche dell’epoca (il Millenium Falcon non assomiglia per niente a quello del film) e molti Assaltatori indossano gli elmetti di Boba Fett.
Ma tra bizzarrie di questo tipo, i punti salienti per un lettore occidentale che abbia familiarità con la saga originale sono un Darth Vader impegnato a osservare il sistema di mira della Morte Nera su cui campeggia la scritta “Kennedy Space Center” e sopratutto un giovane Obi Wan in armatura che cavalca una fiammante motocicletta volante.
Al di là della resa stilistica e della tecnica piuttosto sorpassata di realizzazione fumettistica, questo lianhuanhua è un vero tesoro di spunti per una comparazione storico-culturale dell’Occidente visto da occhi cinesi all’inizio degli anni ’80. E solo in Cina avremmo potuto avere il piacere di vedere lo strafottente Han Solo indossare una collana con un ciondolo a forma di cuore.
Per scaricare il PDF del fumetto si rimanda a : http://bokane.org/misc/XQDZ.pdf
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