Quando si parla di Internet in Cina, quasi immediata è l’associazione con il sofisticato apparato di censura a cui esso è notoriamente soggetto, meglio conosciuto in Occidente come Great Firewall, un sistema che consente alle autorità di filtrare ed eventualmente bloccare qualsiasi contenuto pubblicato online. A dimostrazione di quanto appena affermato, basterà ricercare su Google le tre parole “China Internet Censorship”, ottenendo il risultato sbalorditivo di oltre 22 milioni di voci.
E’ da questa prospettiva, infatti, che generalmente ci si rapporta al cyberspace cinese e ai numerosi fenomeni creativi ed espressivi che quotidianamente lo attraversano, da quando l’introduzione e la sempre più capillare diffusione dei nuovi media hanno dato luogo ad una cultura digitale dalle caratteristiche peculiari attraverso la quale le nuove generazioni, che più di tutte hanno familiarità e dimestichezza con esse, danno voce alla propria identità e alla propria visione del mondo.
Sebbene il sistema di censura e controllo a cui è sottoposto Internet nella Repubblica Popolare Cinese sia un dato difficilmente confutabile, con il quale ci si dovrà necessariamente confrontare, questo presupposto rischia in alcuni casi di generare una visione parziale e pregiudizievole, che troppo spesso impedisce di osservare e fruire a pieno di uno spazio ricco di interesse e di fenomeni dalla straordinaria vivacità. Tali fenomeni prendono vita da e a loro volta danno forma ad una nuova, sorprendente realtà sociale e culturale. che approfitta delle possibilità espressive e creative offerte dai nuovi media digitali. Si tratta di una realtà virtuale fatta di blog, microblog, forum online, social network, sperimentazioni audiovisive e linguaggi in codice che rispecchia i cambiamenti in corso nella società cinese contemporanea e fa luce su quella cultura pop che ne costituisce l’anima più vera.
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