La parodia ai tempi di Internet: il fenomeno degli “egao” in Cina

Se si digitano i due caratteri che compongono la parola egao (恶搞) su Google o su Baidu, il principale motore di ricerca cinese, si rimarrà sorpresi dalle decine di milioni di risultati ottenuti; una ricerca di questo termine su un qualsiasi dizionario, al contrario, non darà alcun frutto. Si tratta, infatti, di un neologismo ancora non ufficialmente incluso nel lessico della lingua cinese, che letteralmente significa “scherzare in maniera pesante” (da e, “cattivo, malvagio” e gao, “fare”). Il termine si riferisce ad una recente pratica parodica online che, in forma di testi, immagini e soprattutto video, prende di mira i soggetti più disparati, dalle opere letterarie a quelle cinematografiche, dalle celebrità ai più importanti eventi e fenomeni sociali, fino ad arrivare ai simboli sacri della tradizione, dinastica e comunista.

L’origine del termine egao è da rintracciarsi nel giapponese kuso, esclamazione di disappunto che nel Giappone di fine anni ’80 e inizio anni ’90 divenne molto in voga tra gli appassionati di elettronica, che lo utilizzavano in riferimento ad alcune imitazioni di videogiochi. In seguito, il termine passò ad indicare per estensione espressioni come “prendersi gioco”, “fare uno scherzo”, “parodia”. Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, attraverso il web il termine fece il suo ingresso prima ad Hong Kong e Taiwan e poi in Cina, dove fu liberamente tradotto come egao e cominciò a designare specificamente una forma di parodia online,     realizzata e diffusa attraverso gli strumenti creativi e comunicativi forniti dalle nuove   tecnologie digitali ad una sempre più numerosa ed attiva comunità di netizens.

Le prime, embrionali forme di egao erano essenzialmente in forma di immagini. Esempio celebre è la serie di fotomontaggi che hanno come protagonista Xiao pang (小胖, letteralmente “grassottello”), soprannome di Qian Zhijun, un ragazzo sedicenne al quale nel 2003 i compagni di classe scattarono una fotografia nel corso di un convegno delle scuole superiori di Shanghai sulla sicurezza stradale. La foto, una volta diffusa sul web, fu utilizzata per una serie infinita di fotomontaggi.

 

Xiao Pang nelle vesti di Monna Lisa

 

A mano a mano che le tecnologie digitali penetravano in maniera sempre più capillare all’interno della società cinese, modificandone forme comunicative e creative, gli egao iniziarono ad assumere forme sempre più complesse, fino ad arrivare alla tipologia oggi più comune, quella del video, realizzato di solito attraverso il montaggio e il doppiaggio di scene tratte da opere preesistenti. Il caso riconosciuto universalmente come l’iniziatore della moda degli egao è un video di circa venti minuti intitolato Yige mantou yinfa de xue’an (一个馒头引发的血案, L’omicidio provocato da un panino al vapore),comparso sul web cinese nel gennaio del 2006, che nel giro di pochi giorni fu oggetto di migliaia di visite. Il video, realizzato da uno sconosciuto commerciante freelance di Shanghai di nome Hu Ge, si presentava come una parodia del film Wuji (titolo inglese The Promise) del famoso regista Chen Kaige, comparso nelle sale nel dicembre del 2005. Nell’opera di Hu Ge la trama eroica e mitologica del film di Chen Kaige, kolossal anticipato da una massiccia campagna promozionale, per la cui realizzazione fu necessario un budget altissimo, è inserita, attraverso varie tecniche di montaggio audiovisivo, all’interno del noto format televisivo Fazhi zaixian (Law online), programma in onda su CCTV che tratta i casi criminali più caldi dell’attualità. La trama originale, che ruota intorno ad un triangolo amoroso innescato da un incantesimo, è qui trasformata in un giallo criminale generato dal misterioso omicidio del manager di un nightclub. Oltre all’ evidente satira nei confronti del film di Chen Kaige, ritenuto da molti spettatori eccessivamente retorico e pretenzioso, la parodia di Hu Ge colpisce anche la Televisione di Stato, derisa per il suo linguaggio stereotipato e imbevuto di ideologia, e non tralascia temi di attualità quali, ad esempio, la fiorente industria del sesso in Cina e il ritardo nel pagamento dei salari, fenomeno che colpisce soprattutto i lavoratori migranti.

Il video divenne in breve tempo un vero e proprio caso, suscitando le ire del ben affermato regista Chen Kaige, il quale minacciò di ricorrere a mezzi legali ai danni del suo creatore. Inaspettatamente, la comunità di netizens reagì con un quasi unanime sostegno nei confronti di Hu Ge, che divenne un vero e proprio eroe della rete. A partire da quel momento, il fenomeno degli egao sarebbe divenuto una delle pratiche più amate e popolari tra gli internauti cinesi, colpendo obiettivi sempre diversi e assumendo forme sempre nuove e, dalle innocue rivisitazioni di canzoni ad una più o meno consapevole satira politica.

 

 

 

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