Lo scorso 6 luglio è stata inaugurata presso il National Museum di Pechino la mostra “Rinascimento a Firenze. Capolavori e protagonisti”, che apre un ciclo di cinque esposizioni che si terranno presso lo Spazio Italia del Museo. La mostra, visitabile fino al 30 aprile 2013, espone 70 opere, tra dipinti, sculture e affreschi, arrivate dall’Italia per avvicinare il pubblico cinese alla straordinaria ricchezza artistica e culturale del Rinascimento fiorentino. Tra le opere esposte, la Scapiliata di Leonardo, l’Annunciazione di Botticelli, l’Autoritratto di Raffaello e il David-Apollo di Michelangelo.
Proprio quest’ultima opera, scultura marmorea di 146 cm proveniente dal Museo del Bargello di Firenze, ha destato, negli ultimi giorni, un vivace dibattito sui media cinesi. Oggetto della vicenda è stato uno speciale mandato in onda il 9 luglio da CCTV-News dedicato alla mostra, che, nel presentare la celebre statua di Michelangelo, ne ha oscurato le parti intime. Varia è stata la reazione dell’opinione pubblica a riguardo, che si è divisa tra la comprensione nei confronti di una decisione motivata dall’intento di salvaguardare le fasce più sensibili dei telespettatori e la critica di un provvedimento ritenuto fuori luogo e immotivato. Dal canto suo, CCTV non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali né giustificazioni a riguardo.
Quanto al popolo della rete, la sua reazione ironica e divertita non si è fatta attendere: all’indomani dell’episodio, il web si è popolato di fotomontaggi sul tema Wei minghua chuanyi (为名画穿衣, letteralmente “vestire le opere famose”). Così, la Maja Desnuda di Goya appare vestita di rosso (fig. 1), il David di Michelangelo indossa un completo tradizionale cinese (fig. 2), la Venere di Bouguereau ha indosso un costume da Babbo Natale (fig.3), per citare alcuni esempi. Si tratta di una nuova ondata di egao, cioè di quella forma di parodia online, questa volta in forma fotografica, che risulta essere tra le forme espressive attualmente più amate dai netizens cinesi.
Che simpatici questi netizens. Mi piace moltissimo lo slogan, con il riferimento ovviamente maoista, e la seconda immagine…gravida di ironia politica. Complimenti a Giovanna per la scelta! E anche a Giovanna Ricchezza per il suo precedente articolo su Tian’anmen, due interessanti contributi per chiarirci la posizione del web in Cina.