Il fumetto cinese contemporaneo: Canicola Cina

Canicola Cina si candida per il Premio Gran Guinigi Miglior Storia Breve al Lucca Comics&Games 2012 con la short story di Hok Tak Yeung. L’artista di Hong Kong è in lizza assieme ad autori del calibro di David Lloyd e Miguel Anguel Martin con L’arte della tortura. Per questa pubblicazione tutta italiana di 24 short stories a fumetti, provenienti dalla “lontana” Cina (Cina continentale e Taiwan, per essere più precisi), bisogna ringraziare un’importante realtà dell’editoria a fumetti, la rivista Canicola, che fin dal 2005 si occupa della pubblicazione di fumetti e della promozione di autori emergenti.

A distanza di circa quarant’anni dalla pubblicazione I fumetti di Mao (1971), curata da Eco, l’Italia si riavvicina al fumetto cinese con curiosità e slancio. La Cina è incredibilmente cambiata e i suoi artisti, lontanissimi dalle atmosfere propagandistiche, luminose e semplicistiche degli anni settanta, ritraggono gli aspetti più controversi e oscuri della vita nella Cina contemporanea. Nella breve introduzione, un trafiletto sotto l’indice (pag. 2) Edo Chieregato, curatore della rivista, specifica le motivazioni per cui Canicola ha dedicato un volume all’arte fumettistica cinese contemporanea, con la convinzione che questa “per potenza immaginifica, ricerca di stili grafici, varietà delle tonalità narrative stia nella zona di centro del fumetto contemporaneo”. E la Cina torna ad essere “Terra di Mezzo”(Zhongguo), sorgente viva anche nel mondo del fumetto.

L’antologia ottiene l’importante risultato di mostrarci come il linguaggio del fumetto riesca ad incarnare un materiale comune, paure condivisibili, sensazioni molto vicine. Questo linguaggio, quasi lingua franca, crea interessanti spiragli  nella barriera linguistica: è possibile avvicinarsi alla Cina sfogliando le pagine di questa volume, immergendosi nelle sue storie, accettando i suoi molteplici punti di vista. La barriera linguistica viene comunque volutamente e metodicamente scavalcata dagli autori stessi, i quali fanno esprimere i propri personaggi in Inglese (non è il caso, però, delle insegne e degli spazi esterni: il mondo continua a parlare cinese).

Dal punto di vista grafico c’è da dire che gli autori si dimostrano particolarmente originali, vivendo il confronto non più con il modello americano, come giustamente sottolinea Chieregato, ma con l’onnipresente controparte giapponese: il manga. Il fumetto cinese, sembrano dichiarare a gran voce, non è solo manga, esiste anche una sorgente alternativa e feconda, che vuole affermarsi a livello internazionale.

L’attenzione che gli editori della rivista prestano abitualmente alla componente grafica si percepisce immediatamente dalla copertina, color viola/oro, e dalle pagine di quella che sembra, all’occhio e al tatto, una grana diversa a seconda della storie da essa “incarnate” (ragione per cui la versione cartacea è decisamente consigliabile). Questi 24 racconti che si dispiegano nel corso di circa 200 pagine sono opera di 14 autori diversi. Alcuni, tra cui Wen Ling e Tang Yan, ricorrono con più di un racconto. Le strisce Hok Tak Yeung protagoniste del Lucca C&G 2012, ci immergono in un’atmosfera di violenza, sadismo e ironia pungente shockando il lettore, proiettandolo in un mondo totalmente privo di logica: la storia di un torturatore e un torturato, il gioco di ruoli, i loro battibecchi surreali, la nascita di una scuola per “vittime e carnefici”. L’arte della tortura e Odio di Yan Cong sono le uniche due storie a colori.

Non esiste un vero e proprio filo conduttore tra le narrazioni, tutte diverse per soggetto e stile grafico (con un’eccezione: una spiccata predilezione per il carboncino e il bianco e nero), ma alcune tematiche sembrano però preponderanti: confuse riflessioni sulla sessualità, ansia da prestazione, ambiguità, solitudine, asfissia sociale, conformismo e anticonformismo, confronto con il diverso. In un approccio in gran parte bidimendionale e alquanto naif, la realtà cinese si presenta come un caleidoscopio di domande senza risposta, di labirinti la cui via d’uscita risulta ancora lontana.

 

 

La pubblicazione è visionabile online http://www.canicola.net/rivista/canicola-11-cina/

Di Canicola Cina hanno scritto su Rolling Stones, http://www.canicola.net/wp-content/uploads/2012/09/ritaglioRollingStoneCanicolaCina.jpg

 

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